Nessuna condanna, Sola Grazia!

Alcuni anni fa ascoltai un predicatore che parlava della cena del Signore, spiegava questo versetto: «Per questo motivo molti fra voi sono infermi, malati e parecchi muoiono»  (1 Corinzi 11:30). Non volevo credere a quello che stavo ascoltando, mi sembravano un’assurdità quelle parole, perché avevo sempre creduto che questo versetto si trovasse li come un avvertimento da parte di Dio se avessimo preso la cena del Signore indegnamente.

Per fortuna mi sbagliavo!!

Dopo quella sera ricordo che passai diverso tempo a meditare quel brano e più lo leggevo e più comprendevo che il senso della cena del Signore andava oltre il semplice ricordo, stava passando dall’essere un “momento da celebrare ogni tanto” ad un’opportunità da rinnovare per vederne la sua potenza.

Potrebbe sorprenderti sapere, che nelle nostre case abbiamo una medicina divina, super efficace per la guarigione che è la Cena del Signore.

Mangiando si ottiene la Grazia

Se hai fatto caso, in questi versetti (1 Corinzi 11:26-30) è posta l’attenzione sul mangiare. Sai perché? Perché il primo uomo è morto per aver mangiato.

Se ti ricordi la storia, Adamo è morto perché mangiò dall’albero sbagliato, quello della «conoscenza del bene e del male» anziché «della vita». Quel giorno Adamo scelse di voler “diventare” come Dio ascoltando il diavolo piuttosto che ascoltare il suo creatore per avere la vita. Ma al calvario Gesù ha pagato l’errore di Adamo per darci da mangiare nuovamente dall’albero giusto e oggi ogni uomo che mangia del Suo corpo e beve del Suo sangue non morirà ma avrà vita Eterna.

La maggior parte delle persone capisce che Gesù è morto per i propri peccati ma non comprende che è morto anche per liberarci da tutti gli effetti del peccato, comprese le malattie. Possiamo ricevere vita e guarigione mangiando quel pane e bevendo quel vino che certamente non tramutano in carne e sangue ma che per fede ci portano ad avere comunione con Gesù.

Ma ahimè, come nel giardino di Eden, spesso accade che Satana voglia derubarci «dell’albero della vita» distogliendoci dal significato della cena del Signore, al punto che oggi, il pane e il vino in molte chiese sono diventati semplicemente un simbolo, talmente poco importanti da poter essere presi una volta ogni tanto. Ma se c’è nella vita della chiesa qualcosa di potente quello è proprio la cena del Signore.

Guarda per un attimo al popolo di Israele (figura della chiesa) che quando mangiò l’agnello che era figura di Cristo, c’è scritto che durante il viaggio nel deserto i loro piedi non si gonfiarono (Neemia 9:21). Cosa significa questo? Che come Israele anche la Chiesa è chiamata a passare per un deserto fatto di malattie, sofferenze, cadute, sbagli e quindi ha bisogno di mangiare un agnello che gli dia salute, forza ed energia che possiamo trovare in quel corpo piagato e quel sangue versato.

Non c’è più nessuna condanna 

«Per questo motivo molti fra voi sono infermi, malati e parecchi muoiono» (v.30)

Purtroppo, molti credenti sono confusi da queste parole. Pensano che Dio li voglia malati in modo che possano imparare delle cose. Ma lo stesso autore di questa lettera scrisse: Non c’è più nessuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù. (Romani 8:1) Che cosa sta succedendo allora? Paolo ha cambiato idea? Sta forse dicendo che Dio ci condannerà se prendiamo parte alla cena del Signore in modo indegno?

Come ho già detto, mangiare indegnamente non è dovuto a causa di qualche peccato ma dal non avere chiaro cosa rappresentino il pane e il vino.

Quindi il v.30, non deve essere visto come un castigo divino ma come SEGNI che il potere nel corpo e nel sangue di Gesù non era ancora completamente stato riconosciuto e sperimentato nella chiesa di Corinto. Infatti alcuni di essi continuavano a soffrire gli effetti del peccato (malattia, infermità e morte sono la conseguenza di Genesi 2:17).

Gesù è morto per liberarci dal peccato e da tutti i suoi effetti, ma non saremo mai liberi se non riponiamo la nostra fede nella sua opera. “Questo è il motivo per cui molti di voi sono malati infermi e alcuni addirittura muoiono”.

La necessità di dichiarare

Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga. (1 Corinzi 11:26)

Sai cosa significa “annunciare”? La parola originale letteralmente è dichiarare apertamente, ovvero, dire apertamente o proclamare (come riporta la King James New Version) la morte del Signore. Cioè, il suo corpo flagellato per la nostra guarigione e il suo sangue versato per il nostro perdono. Ma su chi dobbiamo dichiarare queste cose? Sui nostri nemici: peccato, malattia, morte prematura, paura, depressione, etc… Insomma tutto quello che non fa parte con la Vita che Gesù è venuto a donarci.

Quindi se stiamo combattendo con peccati, sensi di colpa o malattie. Prendiamo del pane e del vino che abbiamo in casa e iniziamo a dichiarare la vittoria su questi nemici che Cristo ha ottenuto per noi sulla croce.

Ricorda, fare la cena del Signore quando si hanno problemi è un ottimo modo per esercitare la fede.

Mentre prendi il pane, vedi per fede il corpo del Signore che è stato spezzato in modo che il tuo possa essere guarito. Mentre prendi il vino, vedi per fede il sangue del Signore che è stato sparso per tutti i tuoi peccati e ricorda ai tuoi nemici che sono stati completamente sconfitti alla croce.

Non considerare più la comunione come un semplice rito ma inizia a renderla una dichiarazione di fede sui tuoi nemici, affermando come fece il Re Davide: “Signore, per me tu imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici.” (Salmo 23:5)

2 Commenti

  1. Tutto molto interessante. Mi lascia un po’ perplesso quando afferma, che chi prende degnamente la Santa cena, basta dichiarare la fede della potenza della croce e automaticamente non ci si ammala, non si muore prematuramente. Ci sarebbero dei credenti senza malattie, paure, ansie,etc etc.

    • Finche Gesù non torna i nostri corpi saranno sempre soggetti ad ammalarsi, non esiste modo per scampare a questo. Ma la cena del Signore è una possibilità che abbiamo (finche Lui non tornerà) per dichiarare alle nostre malattie che Gesù le ha vinte portandole sul suo corpo

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