Parla alla tua montagna

Un giorno i discepoli  fecero questa richiesta a Gesù : “Signore, insegnaci a pregare…” (Luca 11:1). Avrebbero potuto chiedergli qualsiasi altra cosa come, insegnaci a predicare o a scacciare i demoni, invece la loro richiesta al tanto atteso Messia fu quella di comprendere come pregare. Perché videro che la preghiera era la fonte da cui Gesù attingeva potenza.

Se hai notato, la maggior parte delle preghiere di Gesù erano brevi e semplici ma allo stesso tempo efficaci. Come quando nella sinagoga guarí un uomo dalla mano paralizzata dicendogli soltanto: “Stendi la tua mano” e la sua mano fu guarita (Luca 6:10); oppure quando alla figlia morta di Giairo disse solo due parole in aramaico, ” Talitha, cumi “, che tradotto vuol dire: “Ragazzina, ti dico, alzati” (Marco 5:41).

A chi non piacerebbe pregare cosi?!?

Eppure, abbiamo deciso di sostituire l’esempio datoci da Gesù con lunghe preghiere. Perché crediamo che più lunghe sono, più Dio sarà disposto ad intervenire nelle nostre vite.

Per favore, non fraintendermi. Non c’è assolutamente niente di sbagliato nelle lunghe preghiere. Gesù stesso si allontanava dai suoi discepoli per passare del tempo in preghiera. Nel giardino del Getsemani, cadde con la faccia a terra in agonia mentre pregava. C’è posto per lunghe preghiere quando il nostro cuore è turbato e vogliamo sfogarci con il Signore.

Ma non pensare mai che devi fare preghiere lunghe per farti ascoltare da Dio e convincerlo a muoversi verso di te.

Però Eze, stai parlando di Gesù il figlio di Dio che era sempre pieno di fede! Non c’è da stupirsi che anche una sua semplice e breve preghiera aveva grandi risultati. Noi siamo dei peccatori ed è da presuntuosi pensare di poter pregare come Gesù pregava.

La preghiera del giusto ha una grande efficacia

Forse hai ragione, Gesù non è il modello migliore quando si parla di preghiera è troppo “alto” per noi . Voglio fornirti allora l’esempio di un’altra persona, più alla nostra portata, che la Bibbia definisce essere  stato un uomo con le stesse nostre passioni, un uomo cioè che se passava una bella donna doveva stare attento a non guardarla troppo per non essere tentato oppure che di fronte ad alcune circostanze poteva anche farsi sopraffare. Il suo nome era Elia.

16 …la preghiera del giusto ha una grande efficacia. 17 Elia era un uomo sottoposto alle stesse nostre passioni, eppure pregò intensamente che non piovesse, e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. 18 Poi pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto. (Giacomo 5:16-18)

Non è fantastico? Un uomo come me e te poté fare certi prodigi non perché fosse perfetto ma perché giusto.

Amico, la giustizia non è qualcosa che possiamo produrre con i nostri sforzi, è un dono. Non pensare mai di poter essere ascoltato da Dio solo quando avrai raggiunto la perfezione. Gesù ti ha già reso perfetto con il Suo sangue in modo che tu possa pregare potenti preghiere e ricevere il potente aiuto da Dio. (Romani 5:17)

Cosa significa fare preghiere intense?

Se rileggi il versetto di Giacomo noterai che Elia fece due preghiere, una intensa e l’altra non intensa. Quella intensa non fece piovere per tre anni e sei mesi quella non intensa riportò la pioggia in Israele.

Andiamo a vedere queste due preghiere. La prima la troviamo qui:

1 Elia, il Tisbita, uno di quelli che si erano stabiliti in Galaad, disse ad Acab: «Com’è vero che vive il SIGNORE, Dio d’Israele, che io servo, non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non alla mia parola». (1 Re 17:1)

Mentre la seconda che riportò la pioggia in Israele qui:

41 Poi Elia disse ad Acab: «Risali, mangia e bevi, poiché già si ode un rumore di grande pioggia». 42 Acab risalì per mangiare e bere; ma Elia salì in vetta al Carmelo; e, gettatosi a terra, si mise la faccia tra le ginocchia, 43 e disse al suo servo: «Ora va’ su, e guarda dalla parte del mare!» Quegli andò su, guardò, e disse: «Non c’è nulla». Elia gli disse: «Ritornaci sette volte!» 44 E la settima volta, il servo disse: «Ecco una nuvoletta grossa come la palma della mano, che sale dal mare». (1 Re 18:41-44)

Avrai notato che c’è una differenza tra le due preghiere. Nella prima, Elia fece una breve preghiera dichiarando per fede che non piovesse. Nella seconda fu molto più lungo e dovette sforzarsi per sette volte assumendo pure una determinata postura mentre pregava.

Domanda: da un punto di vista umano, quale delle due preghiere definiremmo intensa? Ovviamente la seconda, perché Elia si è sforzato, ha messo la sua faccia tra le ginocchia ed ha supplicato Dio di intervenire. Eppure la Bibbia, nella lettera di Giacomo, ci ha detto che la preghiera intensa fu quella più breve, la prima. Perché?

Parla alla tua montagna

Ti prego di prestare molta attenzione. In questa risposta c’è una chiave che darà una svolta al nostro modo di pregare.

Abbiamo detto all’inizio che Elia nella prima preghiera non supplicó Dio ma fece una semplice dichiarazione di fede: «Com’è vero che vive il SIGNORE, Dio d’Israele, che io servo, non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non alla mia parola» e sulla base di questa dichiarazione non ci fu più pioggia.

Dichiarare per fede è pronunciare delle parole basandosi su delle verità certe. Ora, quali erano le verità certe sulle quali Elia pronunció quelle parole? La legge di Mosè, che a quel tempo era la volontà di Dio che Elia conosceva:

 15 Ma se non ubbidisci alla voce del SIGNORE tuo Dio, …avverrà che tutte queste maledizioni verranno su di te e si compiranno per te: 24 Al posto della pioggia il SIGNORE manderà, sul tuo paese, sabbia e polvere che cadranno su di te dal cielo, finché tu sia distrutto. (Deuteronomio 28:15;24)

Elia sapeva che il popolo d’Israele in quel momento era in ribellione contro Dio a motivo del suo re Achab, marito di Jezebel. Dunque poté fare quella dichiarazione di fede basandosi sulla volontà di Dio che era quella di non far piovere qualora Israele gli avesse disobbedito.

Allo stesso modo la lettera di Giacomo ci incoraggia a pregare intensamente come Elia pregò, facendo delle dichiarazioni di fede non più basate sull’antico patto ma sul nuovo patto dove, in Cristo Gesù, conosciamo perfettamente quale sia la volontà di Dio per la nostra vita.

Pregare “Signore, se è la tua volontà, ti supplico guarisci questa persona” non è pregare secondo il volere di Dio. Pregare cosi è negare tutto ciò che Gesù ha fatto alla croce, ovvero , portare le nostre malattie. In sostanza è come se stessimo dicendo che non siamo sciuri che Dio voglia guarire perché alla fine è Lui ad aver mandato la malattia.

E’ difficile che preghiere del genere giungano al trono della grazia!

Ma quando preghi dichiarando: “A motivo della giustizia che ho in Cristo Gesù io comando a questa montagna, malattia, problema che se ne vada nel nome potente di Gesù”. Allora stai collaborando con Dio. In sostanza, stai dicendo che non è Dio il mandate del problema ma la soluzione.

Gesù stesso disse:

“…se alcuno dirà a questo monte: “Spostati e gettati nel mare”, e non dubiterà in cuor suo, ma crederà che quanto dice avverrà, qualunque cosa dirà, gli sarà concesso. ” (Marco 11:23)

Nota come la parola “dirà” appare tre volte mentre “crede” solo una volta. Gesù ci sta dicendo che se credere è importante, parlare lo è ancora di più. Quindi inizia a parlare alla tua montagna!

Le benedizioni non richiedono più insistenti preghiere

Sotto l’antico patto prima della venuta di Gesù, le maledizioni era facili da ricevere a differenza delle benedizioni.

Sai perché Elia dovette sforzarsi e assumere pure una determinata postura per fare tornare la pioggia su Israele? Perché la legge diceva che solo quando il popolo avrebbe ubbidito ci sarebbe stata la benedizione:

Ora, se tu ubbidisci diligentemente alla voce del SIGNORE tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti che oggi ti do…Il SIGNORE aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia al tempo giusto (Deuteronomio 28:12-13)

E indovinate un po’. Nell’antico patto erano più le volte in cui Israele disubbidiva che quelle in cui ubbidiva.

Capisci ora perché fu difficile per Elia benedire Israele? Perché non era in linea con la Parola di Dio di quel tempo. La Parola di Dio diceva: “Se ubbidisci… Il SIGNORE aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia“. Quindi, Elia si è dovuto sforzare, pregando ancora, ancora e ancora per sette volte (1 Re 18:43). E il sette sappiamo che raffigura Cristo la perfezione, l’unico che ha adempiuto la legge di Mosè.

Grazie a Dio ora tutto è cambiato. Dalla croce in poi, avere benedizioni è facile perché non dipende più dalla nostra obbedienza, ma dall’unica obbedienza di Gesù avvenuta sulla croce. Mediante la quale, siamo stati resi giusti al punto che oggi la nostra preghiera ha una potente efficacia.

Abbi fede nella bontà di Dio e parla alla tua montagna! Rimproverala con ogni autorità e gettala nel mare.

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