Dio mi ha salvato per grazia, adesso tocca a me!

Ogni volta che parli del puro vangelo della grazia, qualcuno penserà inevitabilmente: “Che dire allora della lettera di Giacomo quando scrive che la fede non è sufficiente senza le opere?”  Chi pensa questo usa la lettera di Giacomo, in particolare il capitolo 2, per dire che un cristiano dovrebbe bilanciare la grazia ricevuta con le opere, dato che Dio, avendo fatto la sua parte salvandoci, ora si aspetta che noi facciamo la nostra.

Il vangelo della grazia però include in se non solo la salvezza per la vita eterna ma anche tutto il necessario per vivere una vita della quale Lui si compiace. Nel pacchetto Dio ci ha messo tutto!

Qualcuno potrà rispondere: “Resta il fatto che la Bibbia parla di entrambe le cose, grazia e opere, ciò significa che come cristiani siamo chiamati a manifestare i frutti della salvezza attraverso le opere; dovremmo mica fare come Martin Lutero che disgustato dal libro di Giacomo prese la decisione di metterlo da parte?”

Certo che no! Nessuno vuol mettere da parte questo libro anche perché, contrariamente all’opinione comune, in questa lettera e come nel resto della Bibbia, la grazia di Dio è viva e vegeta. A questo proposito proverò a spiegare quello che Giacomo intende quando scrive:  “Dunque vedete che l’uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto” (Gc 2:24).

Mettiamo alcune basi.

 Chi ha ragione tra Paolo e Giacomo?

Partiamo con il considerare alcuni versetti scritti da due apostoli che pare dicano cose diverse:

Paolo: ” Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;”. (Ef 2: 8-9)

Giacomo: “A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? (Gc 2:14)

Paolo: la giustizia si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede ” (Fil 3:9).

Giacomo: “Credi che ci sia un solo Dio. Tu fai bene. Persino i demoni credono e tremano!” (Gc 2:19)

Paolo dice che è per fede che siamo salvati e non opere e che la nostra giustizia deriva dal credere in Gesù Cristo. Mentre Giacomo dice che la fede non è sufficiente senza le opere e non siamo giusti solo perché crediamo, anche i demoni credono, per questo è bene darci da fare e mostrare la nostra giustizia attraverso le opere.

Chi sbaglia dei due? Nessuno! La Bibbia è perfetta in quanto ispirata dallo Spirito di Dio. Sia Paolo che Giacomo stanno dicendo cose corrette, è probabile allora che il problema non sia in loro ma in noi perché abituati a pensare che stiano scrivendo per bilanciarsi l’uno con l’atro, Paolo per bilanciare la troppa legge di Giacomo e Giacomo per bilanciare la troppa grazia di Paolo.

Ricorda che viviamo sotto la Grazia!

Watchman Nee, uno scrittore cristiano disse questo : Grazia significa che Dio fa qualcosa per me; legge significa che io faccio qualcosa per Dio.

C’è molta confusione oggi su cosa significhi vivere sotto la grazia e vivere sotto legge. Alcuni ad esempio danno molto più valore a ciò che fanno per Cristo sentendosi in questo modo più consacrati a Lui. Ma le persone che vivono così hanno riposto la loro fede nel Vangelo dei Galati, quel Vangelo che a Paolo non piaceva perché distoglieva lo sguardo da Gesù e lo posava nella legge.

Ma quelli che credono nel Vangelo della Grazia sanno che la legge è servita per mostrare lo stato peccaminoso dell’uomo ed il bisogno di avere un salvatore in modo da essere giustificati e santificati dalla fede in Gesù, in altre parole, come scrive un altro scrittore cristiano:

 la legge parla di come dovrebbe essere l’uomo ma la Grazia rivela chi è Dio. (Joseph Prince)

Grazia e opere non si mescolano!

La verità è che è impossibile bilanciare la grazia di Dio con le opere. Cerchiamo di essere chiari: le opere della carne annullano la grazia, non si mescolano.

“Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia.” (Rm 11: 6)

Il modo confuso di leggere Giacomo è pensare che dobbiamo lavorare per Dio e fare cose per piacergli. E’ vero, siamo stati creati in Cristo Gesù per fare le buone opere che Dio ha precedentemente preparato per noi affinché le potessimo praticare. Ma quando? Quando riposiamo in Cristo (come Maria nella foto), infatti è Lui che ce le fa fare. Paolo dirà nella lettera ai Filippesi : “…è Dio che produce in voi il volere e l’agire, secondo il suo disegno benevolo.” (Fil 2:13)

Non sei ancora convinto?

Se pensi di essere giustificato anche per le opere e non soltanto per la fede ti invito a leggere la seconda parte

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