Fate frutti degni di ravvedimento, altrimenti… (Matteo 3:7-10)

Credo con tutto il cuore che il pentimento sia importante ma è altrettanto importante esercitare il vero pentimento. Che non è un allontanamento dal peccato e nemmeno un piangere per gli errori commessi (sono conseguenze) ma è sapere che Dio ti ama e ti ha perdonato per i tuoi peccati.

Come ho spiegato altrove, Dio non ha bisogno del tuo pentimento per perdonarti  perché il nostro pentimento non spinge Dio a farlo. Piuttosto, il nostro pentimento è una risposta all’amore e al perdono che ci ha già mostrato attraverso suo Figlio (2 Timoteo 1:9). Questo è il motivo per cui è pericoloso predicare il pentimento come “un doversi allontanare dal peccato” perché non convinceremo mai le persone a pentirsi predicando il pentimento.

Per convincere le persone a pentirsi (cambiamento di mentalità) Gesù predicò la buona notizia del regno dandoci delle indicazioni chiare su come arrivarci (credendo in Lui).

E’ stata la stessa cosa che faceva Paolo. Quando andò in una delle città più depravate del mondo, Corinto. Non  predicò “pentitevi e Dio si riconcilierà con voi ” piuttosto decise di predicare che Dio si era già riconciliato con loro per mezzo di Suo Figlio Gesù, infatti il suo messaggio riguardava solo «Gesù Cristo, e questi crocifisso» (1 Corinzi 2:2).

E quando i cristiani di Corinto caddero nel peccato, anche allora Paolo non predicò “allontanatevi dal peccato”. Invece gli ricordò quale fosse la loro identità «siete il tempio dello Spirito Santo» ( 1 Corinzi 6:19-22). Perché capì che la grazia era la cura per il peccato, non il fare opere (pentimento).

Leggere la Bibbia dalla prospettiva giusta 

Di recente mi hanno fatto notare di non aver considerato le “parole scomode” della Bibbia riguardanti la dannazione eterna di chi non si pente.

Sicuramente una di queste la troviamo nella bocca di Giovanni Battista quando disse: «Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento altrimenti sarete gettati nel fuoco» (Matteo 3:8). Dove i “predicatori della paura” (ed io ero uno di loro) quando insegnano questo passo tirano fuori il meglio di se per costringere i credenti ad avere un comportamento corretto, usando frasi del tipo:

“Se continui a vivere nel peccato significa che non ti sei mai pentito – oppure –  Se non mostri frutti di tristezza e dispiacere il tuo pentimento è inutile – ma anche – Se non ti allontani dal peccato vuol dire che non sei mai stato un credente, etc…”

Sai perché accade questo? Perché leggiamo la Bibbia da una prospettiva sbagliata, quella della legge la quale ci ricorda che siamo ancora peccatori. Piuttosto che dalla prospettiva della Grazia che ci ricorda di essere santi e amati da Dio in virtù di quello che Cristo ha compiuto.

La Bibbia è piena di versetti con la parola pentimento o ravvedimento che se letti nel modo sbagliato possono rovinarci l’esistenza. Ma quando incontrerai la grazia di Dio noterai come essa possa aiutarti a leggere la bibbia nel modo corretto, perché troppo spesso accade di leggere versetti che anziché portarci gioia, pace e vita abbondante portino nel cuore di molti, paura, incertezza e dubbio sulla propria identità di Figlio di Dio.

Qual è il frutto del ravvedimento?

Vediamo questo versetto nel suo contesto:

«Ma vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l’ira futura?  Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento… Ormai la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco.» (Matteo 3:7-10)

Vedi? Se non porti il frutto del ravvedimento verrai tagliato e gettato all’inferno. Aspetta!! Se rileggi con attenzione noterai che l’albero in questione non sei tu, credente nato di nuovo, ma la nazione incredula di Israele.

Per molti secoli gli israeliti hanno goduto del favore di Dio. Erano gli eletti, i figli di Abramo. Ma al Sinai, tutto è cambiato, Dio diede loro la legge per rivelargli che avevano bisogno della grazia ma non si pentirono mai. Anzi il tempo li portò a diventare dei sepolcri imbiancati (ipocriti).

Ecco che allora il precursore di Cristo, Giovanni Battista disse quelle parole, che non erano rivolte ai seguaci di Gesù, ma a persone religiose che odiavano il Signore.

Da questo possiamo capire che il segno di ravvedimento a cui Giovanni Battista fa riferimento non era l’allontanamento dal peccato. Perché i farisei essendo riconosciuti come devoti osservatori della legge, erano persone che il peccato cercavano di tenerlo il più lontano possibile dalla loro vita, per questo venivano considerati come i più retti in tutta Israele (Matteo 5:20).

Ma la loro buona prestazione non era comunque sufficiente per qualificarli davanti a Dio. Perché ai Suoi occhi, nessuno è giusto ( Romani 3:10 ). L’unica cosa che poteva renderli giusti era credere in colui che Dio stava mandando, suo figlio Gesù. Quindi il frutto di cui Giovanni Battista parla, il segno di un vero ravvedimento è credere nell’amore di Dio mostrato in Gesù.

I credenti devono temere l’ascia posta alla radice?

Se sei un credente, allora Cristo è la tua radice come dice Romani 11:18 «… sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te». Non devi temere l’ascia dell’ira di Dio perché a causa di Gesù sei eternamente impunibile. Se la radice è santa, lo sono anche i rami (Romani 11:16). Sei Uno con il Signore, sei giusto e santo come Lui.

Ma se la tua radice è come quella dei farisei ovvero fatta d’incredulità e ipocrisia, allora devi pentirti e credere all’amore che Dio ha per te. Ti ama, e vuole prendersi cura di te. Non vuole che quell’ascia ti porti all’inferno per l’eternità.

Come ho detto all’inizio la Bibbia è piena di parole spaventose che se lette fuori dalla grazia ci faranno male. Lo stesso Gesù pronunciò parole dure durante tutto il suo ministero, per esempio:

quando raccontò la parabola del fico che aveva ancora un anno per portare frutto altrimenti sarebbe stato tagliato (Luca 13:6-8). Oppure quando parlò dei rami secchi che venivano raccolti e gettati nel fuoco (Giovanni 15:6).

Ma anche i Suoi avvertimenti non devono spaventare il cristiano perché sono tutti riferimenti ai non credenti che rifiutano la grazia di Dio.

Quindi voglio ripeterlo: tutti abbiamo bisogno di pentirci, ma non porteremo mai le persone a pentirsi dicendo loro di pentirsi. Le persone hanno bisogno di sentire quanto Dio le ama. Hanno bisogno di conoscere il suo amore incondizionato e la sua grazia e il modo migliore per dirglielo è rivelare l’opera compiuta della croce.

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