Dio ha bisogno del tuo pentimento per perdonarti?

Dopo l’ultimo articolo sull’iper-grazia alcuni mi hanno scritto per sapere cosa ne pensassi del pentimento.

Voglio partire dicendo che sono per il pentimento e credo che debba essere uno stile di vita, perché senza di esso nessuno può ricevere la grazia di Dio. Detto questo però è importante comprendere cosa significhi realmente pentirsi perché il pentimento è una di quelle parole spesso fraintese.

Ad esempio, se siamo cresciuti in ambiti religiosi interpreteremo questa parola come un allontanamento dal peccato. Come un qualcosa che fai per rimediare a qualcosa che hai fatto (peccato).

E per tanti anni ho vissuto questo tipo di pentimento, pensando che Dio me lo richiedesse per tornare ad avere comunione con Lui. Ero sincero? Assolutamente si, e non sono qui per mettere in dubbio la sincerità di coloro che praticano questo tipo di pentimento. Tuttavia, dobbiamo sapere che un’errata credenza non poterà i risultati sperati.

Cosa pensava Gesù al riguardo?

La parola greca comunemente tradotta con pentimento o ravvedimento è metanoia che significa letteralmente cambiare idea. Niente di più, niente di meno. Ma su cosa bisogna cambiare idea?

Diamo un’occhiata ad alcune parole citate da Gesù:

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo». (Mar 1:15)

La mente religiosa interpreta le parole di Gesù in questo modo: “allontanati dal peccato e credi alla buona notizia”. Ma non c’è nessun riferimento al peccato o al rimorso nelle parole di Gesù. Ravvedersi e credere equivale ad “ascoltare e credere” (Romani 10:17). Infatti Gesù si stava rivolgendo ai non credenti. Stava dicendo “cambiate la vostra mente incredula e credete alla buona notizia”.  Il pentimento quindi, non è principalmente una questione di peccato, piuttosto è una questione di fede.

«Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento». (Luca 15:7)

Questo è un altro brano che viene spesso interpretato in questo modo: “un peccatore per essere salvato ha bisogno di allontanarsi dal peccato”. Ma se proviamo a leggere questo versetto nel suo contesto noteremo altro. Infatti  Gesù stava facendo riferimento alla pecora smarrita della parabola che si era allontanata dal gregge perché probabilmente finita in mezzo alle spine. (Luca 15: 3-7)

Ora dovremmo chiederci, quale tipo di ravvedimento ha compiuto la pecorella? Non aveva mostrato rimorso per i suoi peccati, non era tornata né al gregge e né dal pastore e non si era nemmeno allontanata dai rovi (per ovvi motivi). L’unica cosa che ha fatto la pecora (che Gesù chiama ravvedimento) è stata quella di farsi soccorrere, curare ed amare dal pastore.

«Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento». (Luca 5:32)

Di nuovo, la mente religiosa interpreta questo come una chiamata a volgersi dal peccato, ma volgersi dal peccato non ti rende giusto. Un non credente che si converte dal peccato rimane un non credente. Considera i farisei. Facevano di tutto per evitare il peccato ma Gesù continuava a chiamarli figli dell’inferno (Mt 23,15). Allontanarsi dal peccato ti renderà una persona morale, ma non ti renderà giusto perché la giustizia ci viene solo attraverso la fede in Cristo.

Per riassumere, il pentimento può significare abbandonare il peccato, ma dato che volgersi dal peccato non ci salverà, questo è esattamente il tipo sbagliato di pentimento da predicare. Perché secondo Gesù il vero pentimento è un atto di fede fatto in risposta a qualcosa che Dio ha fatto. È il cambiamento del cuore e della mente che avviene quando si incontra la Grazia.

Siamo chiamati a predicare il Vangelo, non il pentimento

Alcuni dicono: “Abbiamo bisogno di più predicazioni sul pentimento”, come se questo motivasse le persone a pentirsi. Ma non lo farà. Solo una cosa è garantita nelle Scritture per portare le persone al pentimento ed è una rivelazione della bontà di Dio: «...la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?» (Romani 2:4). Non è l’ira di Dio che ci porta al pentimento, ma una rivelazione della sua bontà e gentilezza. Il nostro pentimento non spinge Dio a perdonarci. Piuttosto, il nostro pentimento è una risposta all’amore e al perdono che ci ha già mostrato attraverso suo Figlio.

Quindi, se vogliamo che le persone si pentano, dobbiamo dire loro quanto è buono Dio. Predichiamo la buona notizia: Dio ti ama, è morto per te e ti offre la sua giustizia. Ci credi?

La potenza di Dio per la tua salvezza, il tuo perdono, la tua guarigione, la tua liberazione e provvidenza – è rivelata nel vangelo della grazia. Ci credi?

Tutte le benedizioni di Dio giungono a noi solo per grazia. Ci credi?

Dopo che le persone avranno creduto a questo messaggio è garantito che avverrà in loro il pentimento, perché fede e pentimento sono due facce della stessa medaglia. Il pentimento, come la fede, è una risposta positiva a qualcosa che Dio ha detto o fatto. Quindi il pentimento non è fare qualcosa per il tuo peccato ma è rispondere positivamente alla gentilezza e alla grazia di Dio.

Ma un vangelo contraffatto mescolato con le opere definirà il pentimento come una serie di comportamenti (ad es., allontanarsi dal peccato) ed emozioni (ad es. dolore e afflizione) il quale non farà altro che portarti a confidare nei tuoi sforzi anziché nella Sua grazia. Un vangelo contraffatto ti dirà: “Devi pentirti, altrimenti succederà questo o quello”, ma il Vangelo della grazia dice: “Guarda a Gesù!”.

Quando vedrai il Signore della grazia che ti guarda con amore e affetto, ti pentirai. Ti allontanerai dal peccato senza sforzo perché sarai attratto da qualcosa o meglio da Qualcuno di infinitamente migliore.

Devi pentirti? Certo! E come ho detto all’inizio ogni credente dovrebbe farne uno stile di vita. Non puoi rinnovare la tua mente senza pentirti perché pentirti significa cambiare idea. Quando scopro qualcosa di nuovo sulla bontà di Dio, mi pento: cambio il mio modo di pensare in modo che la mia vita si allinei con ciò che è vero. Non sono la stessa persona che ero anni fa perché ho iniziato a pentirmi nel modo giusto.

4 Commenti

  1. Ottimo, a questo punto però io dovrei fare i conti con la definizione di ravvedimento data da Giovanni Battista nel deserto, quando spiega che e come bisogna portare frutti degni del ravvedimento. O devo fare i conti con con Gesù quando mi mostra la via angusta come l’unica che mena alla vita (Mat.7:13-14); quando mi mostra i due tipi di terreno sui quali ciascuno costruisce la propria casa (Chi ascolta le mie parole e “le mette in pratica…” (Mat.7:24-27). Inoltre dice anche che chi ha i suoi comandamenti e li osserva, dimostra di amarlo (non chi dice, ma chi osserva) e chi ama Gesù sarà amato da Lui e dal Padre (Giov.14:21). Ho citato solo due o tre passi fra i tanti. Il ravvedimento dalle opere morte è il ravvedimento dalla nostra vecchia vita da nemici di Dio includendo anche le opere che la caratterizzavano. Chiaro che non smettiamo di peccare, ma si, nel nostro continuo ravvedimento, c’è continuo pianto e cordoglio (Mat.5:4). Se siamo nati di nuovo e se amiamo Dio, mai perderemo la salvezza, ma più amiamo Dio e più odiamo il peccato e cerchiamo una vita irreprensibile dinanzi a Lui, pregando ardentemente per questo. Noi amiamo perché Egli ci ha amato per primo. Amare è evidenza che amiamo Dio e amarlo non a parole, ma con i fatti è l’evidenza che Lui ci ama(1Giov.4:19-20). È impossibile che mentre Dio sta compiendo l’opera in noi fino al giorno di Cristo, i frutti se ne stiano sempre nascosti. Ravvedimento ci porta nella direzione opposta a quella su cui camminavano. Chi non porta frutto (non perfezione, ma innanzitutto un cuore contrito) di ravvedimento non perde la salvezza, perché non l’ha mai avuta. Quindi, quello che trovo scritto qui, lo vedo ben distante dal vero Vangelo; questi insegnamenti, ne stanno occultando una parte considerevole. Il l’antinomianismo è l’altra faccia della medaglia del legalismo, oltre ad essere veleno mortale.

    Un “Religiosista”

    • Giovanni Battista non predicava un ravvedimento come un ’allontanamento dal peccato. Perché se leggi quei versetti (Matt 3:7-10) nel suo contesto, capirai bene l’uso che ne fa e di conseguenza come usarli nella nostra vita. Quelle parole erano rivolte ai farisei del tempo che erano riconosciuti come devoti osservatori della legge. Erano persone che cercavano di tenere il peccato il più lontano possibile dalla loro vita. Non è un caso che fossero considerati da Gesù i “maggiormente retti” in tutta Israele (Matteo 5:20).

      Ma la loro buona prestazione non era comunque sufficiente per giustificarli davanti a Dio. Ecco che allora il Battista disse a loro: Pentitevi, ovvero cambiate la vostra mente nei riguardi di Dio, perché nel suo regno non si entra attraverso il “buon comportamento” o l’osservanza della legge ma credendo in colui che sta per arrivare, Gesù… Quali sono allora i frutti degni di ravvedimento?? Se vuoi approfondire ho scritto un articolo proprio suMatt. 3:7-10.

      Stessa cosa per la famigerata porta stretta , se non la leggiamo nel suo contesto avremo lo stesso problema. Anche per questo brano ho scritto qualcosa.

      Quindi, nell’antica alleanza il pentimento implicava un allontanamento dal peccato (vedi per esempio; 2 Cr. 7:14, Ez. 14:6, 18:30).Ma nel nuovo patto il pentimento implica un volgersi a Dio (Atti 20:21). Chi si rivolge a Dio automaticamente si allontana dal peccato, ma chi si allontana dal peccato non si rivolge automaticamente a Dio. I farisei si allontanavano dal peccato, ma non si rivolgevano a Colui che Dio aveva mandato.

      Ecco perché GV 14.21 (letto alla luce di qualche versetto prima Gv 14:15) NON dice “che chi osserva i suoi comandamenti ama Gesù”, ma l’opposto, “Chi mi ama osserverà i mie comandamenti”. Ovvero: Amare Lui produrrà l’osservanza dei Suoi comandamenti. E siccome noi siamo stati amati per primi da Lui, ora Lo amiamo e di conseguenza osserviamo i Suoi comandamenti…. Tutto parte da Lui e non da noi!

      E’ forte essere, quando insegni che non siamo più sotto la legge ma sotto la grazia (come dice un certo Apostolo Paolo) etichettato come Antinomiano .

La tua email non sarà pubblicata.


*